Le donne mi piacciono. E io piaccio alle donne: senza falsa modestia, sono un bel ragazzo e curo il mio aspetto fisico. Anche se il mio jolly esce fuori quando riesco a spogliarmi: qualche donna si è preoccupata delle dimensioni, ma alla fine tutte quelle con cui sono stato non hanno sentito fastidio. Anzi hanno apprezzato molto.
Quello che non mi aveva mai attirato era il fatto di essere visto durante il sesso: non che sia timido, tutt’altro, ma mi piace godermi una donna senza occhi che mi scrutano, magari pronti a commentare quello che faccio e come lo faccio. E proprio questo mi aveva bloccato quando Mario mi aveva fatto quella proposta.
Fare sesso con sua moglie, davanti a lui: che non avrebbe partecipato, si sarebbe limitato a godersi lo spettacolo. Lui e la moglie erano una coppia sulla cinquantina, che avevano preso in affitto per i mesi estivi la villetta accanto a quella dove lavoravo come giardiniere, custode e tuttofare.
E lei era davvero una bella donna, anche se con qualche decina d’anni più di me: se si fosse trattato di una classica scappatella, mi sarei buttato a pesce. Ma il fatto di dover “dare spettacolo” per lui mi metteva un freno.
“A lei piace ed è completamente d’accordo, puoi stare tranquillo. E decisamente le piaci, ha un debole per i bei ragazzi più giovani. Io non interferirei in alcun modo, mi limito a guardarvi: il suo piacere è il mio piacere.”
Ci avevo pensato su per qualche giorno: non era da me farmi scappare un’occasione così ghiotta, però non volevo rischiare una defaillance. Ne andava del mio orgoglio.
Ma quando l’avevo vista a prendere il sole in topless a bordo piscina, avevo deciso di provare a giocare, seguendo le loro regole. Sarebbe stata una sorta di sfida, ma ero sicuro che la mia virilità non mi avrebbe tradito.
Avevo comunque chiesto qualche informazione in più a Mario: giusto per capire in quale situazione mi sarei andato a trovare.
“Non temere nulla di strano, almeno per iniziare. Organizziamo una sera a cena da noi, qualcosa di semplice e veloce. Poi vedrai che le cose andranno come devono andare.”
La sera fissata per la cena era arrivata in fretta: mi ero preparato con cura, depilato nelle parti intime (come mi aveva esplicitamente chiesto Mario) e indossato una camicia scura e un paio di jeans che mettevano in risalto i miei muscoli.
Niente barba e dopobarba in abbondanza: alla moglie di Mario gli uomini piacevano così. Avevo anche scelto una bottiglia di buon vino, sperando di indovinare l’abbinamento, e mi ero presentato puntuale all’appuntamento.
La tavola era apparecchiata in maniera semplice ed elegante: come elegante era la padrona di casa, con un vestito lungo leggermente trasparente, che lasciava intravedere le curve, ancora tutte al posto giusto.
Avevamo mangiato, bevuto e chiacchierato: non ero del tutto rilassato al pensiero di quello che sarebbe accaduto, quindi avevo cercato di concentrarmi sugli occhi, sul corpo e sui movimenti suadenti della padrona di casa.
Avevo studiato una strategia: fare finta che ci fossimo solo io e lei nella stanza, quando l’atmosfera si fosse fatta più calda. E non avevo dovuto aspettare molto, perché dopo il caffè ci eravamo trasferiti a chiacchierare sul divano, mentre Mario era impegnato a sparecchiare e a sistemare la cucina.
Qui lei si era fatta subito più audace: aveva aperto il primo bottone del suo vestito, in modo da offrirmi una bella visuale sulla sua scollatura, in cui potevo intravedere anche un reggiseno rosso. Poi aveva accavallato le gambe e mi aveva fatto vedere i sandali che aveva comprato pochi giorni prima.
Si lamentava che sì erano belli, ma le procuravano un discreto fastidio ai piedi: niente che un bel massaggio non potesse lenire. Mi ero immediatamente offerto volontario: Mario mi aveva suggerito di essere molto intraprendente. E lei aveva sistemato i piedi scalzi sulle mie ginocchia, molto vicino al cavallo dei pantaloni.
Appena iniziato il massaggio, la temperatura nella stanza si era alzata di qualche grado: dai piedi ero passato alle caviglie e poi su lungo le gambe. E lei non si lamentava affatto: i gemiti che uscivano dalla sua bocca erano decisamente di piacere.
Mi ero fermato un attimo solo per slacciarmi i primi bottoni della camicia, mentre sentivo i pantaloni che sembravano sul punto di esplodere. E lei non si era fatta attendere, aveva sostituito le mie mani con le sue e mi era praticamente salita in grembo, impadronendosi delle mie labbra.
Il profumo della sua pelle mi dava alla testa e avevo iniziato ad accarezzarla sotto il vestito, alla ricerca della lingerie che avevo solo intravisto. La mia attesa non era stata vana, perché avevo incontrato la consistenza morbida della seta, che copriva, anche se poco, una pelle ancora più morbida.
Baciava in modo appassionato, tanto che la mia eccitazione era salita al livello di guardia: avrei dovuto stare attento a come mi muovevo, per evitare figure ridicole, da ragazzino alla prima esperienza.
Ma lei aveva percepito la mia difficoltà e si era spostata, per darmi un po’ di tregua: mentre io cercavo di calmarmi, e di farlo velocemente, si era stesa sul divano, con la schiena appoggiata al bracciolo, e aveva aperto completamente il suo vestito.
Lo spettacolo di quel fisico fasciato dalla lingerie di classe aveva rischiato di mandarmi ancora fuori giri, ma avevo respirato profondamente e mi ero alzato dal divano, in modo da togliere più velocemente camicia e jeans.
Ero pronto a saltarle addosso, letteralmente, e a farla mia finché avesse avuto fiato per urlare di piacere. Ma proprio in quel momento mi ero ricordato di Mario e mi ero voltato verso la porta della cucina.
Mario era lì, in piedi, con un’espressione più che soddisfatta sul volto: sembrava un gatto che aveva catturato un topolino. Mi aveva indicato la moglie che attendeva nuda sul divano, con un ampio cenno della mano.
“Ora tocca a te ragazzo! Non vorrai mica lasciarti scappare una preda così succulenta come mia moglie?”
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