Al mare con la zia – Racconto Incesto Zia

I miei hanno sempre avuto da lavorare durante l’estate: quindi se volevo fare qualche giorno al mare andavo con gli zii. Lo zio era perennemente impegnato, sempre attaccato al cellulare per il lavoro. Poi non amava molto stare al sole, quindi veniva in spiaggia solo al mattino e all’ora del tramonto. Mentre la zia adorava stare al caldo e con le passavamo tutte le giornate in spiaggia, a prendere il sole e a giocare nell’acqua.

La visione di tutte quelle ragazze in costume mi suscitava una continua eccitazione: anche se non avevo molta esperienza, giusto qualche bacio e palpatina a scuola con le mie compagne, sapevo tutta le teoria riguardo al sesso. Ma i pensieri più eccitanti mi venivano guardando la zia.

Che aveva indosso sempre dei bikini striminziti: la pelle era abbronzata e mi sembrava perfetta. E in realtà molto più interessante delle ragazze giovani. Infatti c’erano molti uomini che cercavano di abbordarla in spiaggia, approfittando dell’assenza di suo marito. Ma lei declinava sempre in modo gentile le offerte di compagnia. Qualche volta le avevo sentito dire che ero io il suo accompagnatore per la spiaggia.

Il pensiero della zia, di accarezzare le sue curve, andando a infilare la mano sotto il costume era diventata un’ossessione nel giro di pochi giorni. Per dare sfogo alla mia voglia mi masturbavo anche due volte al giorno, sotto la doccia oppure la notte nella mia camera. Ma mi sembrava solo di buttare benzina sul fuoco. Stavo anche un sacco di tempo in mare, a nuotare, sperando che la fatica e l’acqua fresca potessero nascondere la mia perenne eccitazione.

Una mattina, un sabato, la spiaggia era particolarmente affollata: sembrava impossibile anche trovare uno spazio in acqua, senza essere troppo vicini alle altre persone. Zia aveva avuto un’idea: perché non noleggiare un gommone e andarsene in una caletta un po’ riparata? Ovviamente lo zio aveva declinato, per tornare velocemente al residence a riposare: mentre io avevo accettato con entusiasmo.

I remi erano toccati a me, ma, con davanti la zia in costume, pareo trasparente e cappello di paglia, non mi sembrava di sentire nemmeno lo sforzo. Avevo seguito le sue indicazioni, remando fino a una caletta stretta e nascosta dalle rocce a strapiombo. Non c’era nessun’altra barca: anche perché quelle più grandi non sarebbero riuscite a muoversi in uno spazio così stretto.

Ero riuscito a spingere il gommone in una zona dove c’era anche un po’ d’ombra, poi mi ero tuffato, per rinfrescarmi. La zia invece si era allungata sul gommone, godendosi il sole e lasciandosi cullare dalle onde. Quando ero risalito a bordo era immobile: non riuscivo a vedere gli occhi, coperti anche dagli occhiali da sole oltreché dall’ombra del cappello, ma mi pareva che dormisse.

Vederla così, con quel bikini bianco che faceva risaltare ancora di più il colore della sua pelle, mi aveva mandato il sangue al cervello. E anche più in basso: nonostante l’acqua fredda e il tessuto del costume avevo sentito il mio pisello diventare duro rapidamente.

Forse avrei dovuto ributtarmi in acqua, ma quando mi sarebbe capitata un’altra occasione così? Potevo farmi una sega guardandola, non limitandomi a immaginarla. E allora mi ero infilato la mano nel costume, cercando di non muovermi troppo, e avevo iniziato ad accarezzare l’uccello, mentre mi perdevo in quelle curve.

Sapevo di non avere tanto tempo a disposizione, perché prima o poi la zia si sarebbe svegliata: cercavo di accelerare il ritmo, quando il movimento mi aveva quasi fatto perdere l’equilibrio. Il gommone si era mosso bruscamente e avevo sentito, più che vedere, la zia che mi guardava da sotto il cappello.

Difficile accampare scuse: potevo provare a dire che mi stavo sistemando il costume, ma l’erezione era più che evidente. Probabilmente ero diventato viola per l’imbarazzo, ma il mio cazzo non accennava a calmarsi: ero davvero troppo avanti per fermarmi, quindi avevo continuato a toccarmi, sperando di venire in fretta. Al resto, ci avrei pensato dopo.

Temevo che la zia mi urlasse qualcosa, invece avevo visto comparire un mezzo sorriso sul suo volto: che in qualche modo la situazione la intrigasse? Non avevo avuto tempo di pensarci troppo: si era alzata velocemente, sistemandosi in ginocchio davanti a me e mi aveva tirato giù il costume.

Ero completamente esposto al suo sguardo, decisamente compiaciuto. A quel punto aveva fatto qualcosa che non mi sarei mai aspettato: era tornata nella posizione in cui era prima e, senza staccare gli occhi dal mio uccello, si era tirata giù gli slip del bikini, regalandomi la vista di una figa completamente liscia, come quelle che si vedevano nei film porno.

E aveva cominciato a toccarsi: prima con carezze ampie, dalle labbra al pube, poi insistendo di più sul clitoride, con due dita che si muovevano in cerchio, sempre più velocemente. Poi si era fermata e aveva messo le stesse due dita in bocca, per lubrificarle e farle scivolare lungo e grandi labbra, fino a farle sparire all’interno della vagina.

Che doveva essere bagnata fradicia, tanto che riuscivo a sentire il rumore delle dita che entravano e uscivano, sempre più a fondo e sempre più velocemente. Rumore che presto era stato coperto dai gemiti della zia, a volume sempre più alto: tanto, non c’era nessuna barca vicino a noi e gli scogli erano troppo alti perché qualcuno ci andasse a prendere il sole.

I gemiti si erano trasformati in vere e proprie urla di piacere, mentre mi incitava a venire, a farle vedere come godeva un piccolo porco. Non aveva dovuto aspettare molto: quella scena mi aveva fatto girare la testa e il mio uccello aveva iniziato a schizzare sperma su tutto il gommone, senza volersi più fermare.

Alla fine mi ero quasi accasciato, distrutto dal piacere: ma ero riuscito a vedere che una goccia di sperma aveva raggiunto la zia sulle gambe, ben distanti da me, giusto in tempo per sentirla godere con un’imprecazione quasi rabbiosa. 

Lo spettacolo non era finito, perché aveva tolto le dita dalla figa per avvicinarmele alla bocca, per farmi succhiare quel nettare che sapeva di sale e di proibito.

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