Non che ami molto la festa di Halloween: mi sembra una carnevalata fuori stagione. Ma per i ragazzi è diverso, si divertono a trovare i travestimenti più inquietanti. Come mio nipote, che ha deciso di uscire con gli amici con indosso una sorta di maschera da teschio, quella di un film horror molto famoso.
Mi sarei stufata anche io a sentire le raccomandazioni di sua madre: davvero pesante, con i suoi “state attenti”, “non bere”, “non fumare”. Se si divertono un po’ da ragazzi, che male c’è? Ma visto che sono ospite in casa per un fine settimana, evito di impegnarmi in discussioni inutili.
In effetti era un po’ che non vedevo mio nipote e l’ho trovato molto cambiato: non è più un ragazzo, ma nemmeno un uomo, anche se ha messo su un bel fisico muscolo. Probabilmente le ragazze non gli mancano, ma è da quando sono arrivata che ho sentito il suo sguardo su di me.
E non uno sguardo curioso, ma decisamente interessato: in fondo, non sono tanto più vecchia di lui, e probabilmente ha notato che mi curo e mi vesto per valorizzarmi. Perché gli uomini e il sesso mi piacciono: soprattutto gli uomini che sanno fare bene il sesso.
La cena con mia cognata e mio fratello è stata tranquilla: decisamente, sono noiosi come me li ricordavo. Alla fine di uscire la sera di Halloween non ne avevo voglia, quindi me ne sono andata a letto, nella camera gentilmente ceduta da mio nipote per questi giorni. A lui è toccato il divano.
Ammetto che mi era venuta la tentazione di frugare nel cassetti, così, per passare il tempo: mi ero limitata a quello del comodino, dove in bella vista c’era un pacchetto di preservativi, misura XL. Almeno prendeva le giuste precauzioni per il sesso: e si difendeva anche per dimensioni. Poi mi ero assopita davanti allo schermo del mio portatile e all’ennesima puntata di una serie medical.
Qualcosa mi aveva svegliato di botto: probabilmente un rumore, quindi mi ero messa in ascolto. Silenzio: o veniva da fuori, oppure me lo ero sognato. Ma, visto che non sentivo più niente, potevo tranquillamente tornare a dormire.
Avevo appena chiuso gli occhi quando un altro rumore aveva attirato la mia attenzione: la maniglia della porta e uno scricchiolio dei cardini. Qualcuno stava entrando in camera: non avevo chiuso la porta, non pensavo di essere in pericolo, almeno in casa.
Nella penombra avevo intravisto la figura che era appena entrata: maschera e mantello mi avevano fatto capire che era mio nipote, forse aveva bisogno di qualcosa per la notte. Non avevo nulla di cui preoccuparmi.
O forse sì: visto che mio nipote aveva puntato direttamente verso il letto, dove fingevo di essere addormentata. Che avesse bisogno dei preservativi? Lo riuscivo a distinguere grazie alla luce che entrava dalle veneziane: si era sistemato accanto al letto, in piedi. E aveva aperto quella specie di mantello del costume, scoprendo un uccello in erezione. I preservativi XL dovevano rimanergli anche piccoli.
Ero rimasta immobile, mentre lui aveva cominciato a masturbarsi, in assoluto silenzio: probabilmente era ubriaco, o chissà cosa, per fare una cosa del genere. Forse in qualche minuto sarebbe passato: anche se era un peccato lasciare passare un pisello così, giovane e grosso. E sicuramente duro, più degli ultimi con cui avevo avuto a che fare.
Mi ero voltata verso di lui, sperando che la maschera gli impedisse di vedere che avevo gli occhi aperti: doveva sembrare semplicemente che mi fossi mossa nel sonno. Non sembrava averci fatto caso, continuava a menarselo a un ritmo lento e regolare: guardandolo più da vicino, mi sembrava ancora più grosso.
Era molto difficile resistere alla tentazione, e il fatto che fosse mascherato non aiutava: per cui avevo deciso di cedere e avevo allungato la mano. Un gesto che poteva sembrare casuale, come di qualcuno che dorme. E, casualmente, la mia mano si era fermata sulla punta del suo uccello.
Non mi ero sbagliata: era grosso e duro. E bisognoso di attenzioni, anche se da dietro la maschera non avevo sentito nemmeno un gemito. Visto che non c’era stata una reazione negativa, avevo incominciato a muovere la mano, delicatamente, su e giù lungo l’asta.
E a quel punto una reazione c’era stata: il nipote mascherato aveva iniziato a muovere il bacino, come ad assecondare le mie carezze. Non sarebbe stato male prenderlo in bocca, ma non potevo farlo facendo sempre finta di essere addormentata, non sarebbe stato credibile. Questa volta, si sarebbe dovuto accontentare di una sega.
Nel frattempo avevo fatto scivolare la mia mano nelle mutandine: avevo una camicia da notte non troppo lunga, quindi non era stato complicato iniziare ad accarezzarmi, mentre fantasticavo cosa avrei fatto con quel cazzo. La prossima volta. E magari da me, lontano da orecchie indiscrete.
Avevo stretto la presa sull’asta e aumentato l’intensità del massaggio, mentre mi ero infilata dentro la vagina due dita, cominciando a muoverle proprio come se mi scopassero. Era difficile non vedere il movimento sotto la coperta, ma probabilmente lui era troppo distratto da quello che stavo facendo.
Ero arrivata alla base dell’asta, tanto da poter velocemente tastare le palle: grandi e gonfie, pronte a esplodere da un momento all’altro. Anche io ero vicina all’orgasmo, sperando di non lasciarmi scappare nemmeno un piccolo urlo. Avevo aumentato di nuovo la velocità, partendo dalla base e insistendo un po’ di più sul glande, non tanto da fargli male.
Probabilmente era arrivato al limite, perché avevo sentito la sua mano che spostava la mia: avevo aperto gli occhi in tempo per vederlo tenersi la punta dell’uccello con l’altra mano, mentre con gli ultimi movimenti si aiutava a venire. Chissà quanta sborra aveva fatto uscire, la intravedevo colare tra le dita: un vero peccato, anche perché si era pulito subito nel mantello.
A quella vista avevo goduto anche io: un orgasmo veloce, ma soddisfacente, sicuramente avevo bagnato almeno un po’ gli slip. E, silenzioso come era entrato, mio nipote era uscito, forse per andare a dormire sul divano. E tirarsi un’altra sega pensando a me.
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