Non amo andare alle feste senza un accompagnatore: è vero che sono single, ma un uomo al mio fianco è sempre la soluzione migliore, perché posso bere dato che non devo guidare. E mi permette di essere al centro delle attenzioni degli altri partecipanti, che lo guardano con invidia, perché sanno che sarà giustamente ricompensato.
Ma questa volta tutti i miei cavalieri sono impegnati o in vacanza: parlando con mia sorella, mi è venuta l’ispirazione. Porterò mio nipote Franco, fresco di maturità e quasi pronto per partire per una lunga vacanza.
Decisamente farò una bella figura e darò materiale su cui spettegolare: in fondo, mi presento con un toy boy e nessuno saprà che sono la zia. Forse non si noterà nemmeno tanto la differenza di età, visto che Franco si è fatto crescere la barba e io ho un fisico perfetto, da fare invidia alle ragazzine.
Franco mi passa a prendere puntuale e vestito in maniera elegante, proprio come gli avevo detto di fare. Io ho indossato un vestito corto rosso, con pizzi e abbondante scollatura: adatto all’estate e a far alzare la temperatura di chi guarda.
E vedo che anche Franco si lascia distrarre dalle mie curve: ci manca poco che tamponiamo l’automobile davanti a noi. Anche se lui vorrebbe tamponare qualcos’altro. In effetti ho già notato da anni i suoi sguardi: pulsioni di adolescente verso una bella donna, ho pensato, che non sono mai sfociate in qualcosa di più.
Appena arrivati alla festa mi mescolo alla folla, mentre Franco fatica a socializzare, sembra un po’ un pesce fuor d’acqua. Però mi accorgo che non mi toglie gli occhi di dosso, soprattutto quando vede che qualche uomo si avvicina e mi parla. Quando un amico mi cinge la schiena con la mano, noto nello sguardo di Franco un moto di gelosia: direi che è interessato, e anche tanto.
Lo vedo diventare sempre più cupo e decido di mettere fine a quella tortura: l’ora è abbastanza tarda per congedarsi senza destare sospetti, quindi saluto i padroni di casa e faccio cenno a Franco che è ora di andare.
Raggiungiamo l’automobile e vedo che il suo umore sembra migliorare: siamo tutti e due un pochino brilli, il vino era ottimo e in automobile cominciamo a ridere e scherzare, come nulla fosse. Poi Franco si fa serio, tutto di un tratto.
“C’erano un sacco di uomini che ti guardavano e non mi è piaciuto come lo facevano. Sembrava avessero in mente solo una cosa.”
“Anche tu hai continuato a guardarmi e scommetto che avevi in mente di scoparmi!”
Probabilmente è il prosecco che parla al mio posto, spero di cavarmela con una risata, ma Franco rallenta fino a fermarsi e mi guarda fisso.
“Vuoi vedere che sono cento volte meglio di tutti quei bavosi?”
Decido di accettare la sfida: dubito che avrà il coraggio di andare fino in fondo.
“Perché non me lo dimostri, invece di parlare tanto?”
In pochi secondi me lo trovo addosso: la sua lingua infilata nella mia bocca e le mani che sono già passate sulle gambe, sotto il vestito. Penso che dovrei fermarlo, ma quando mi capiterà un’altra occasione così? Una ragazzo giovane e prestante che mi vuole scopare come se fossi l’unica donna al mondo? In fondo, potrò sempre dare la colpa all’alcool. Quindi lo lascio fare, senza opporre resistenza.
Si vede che il nipotino ci sa fare: sembra abbia otto mani invece di due. Anche se l’abitacolo dell’auto non è il massimo della comodità riesce a infilare completamente una mano tra le gambe, fino ad arrivare al sottile perizoma che ho indossato. Che non può essere una barriera per le sue dita curiose, che mi frugano la vagina con decisione.
Non riesce a infilare dentro più di un dito, a causa della posizione scomoda e del vestito stretto: ma si accontenta e lo muove velocemente. E a me piace: mi sembra incredibile, visto che alla fine è un ragazzino, oltreché mio nipote, e perché siamo al bordo di una strada trafficata.
O forse è proprio la situazione assurda che mi eccita. Cerco di muovermi per assecondarlo, proprio nel momento in cui ritira la mano: non riesco a capire cosa vuole fare, finché non lo vedo che armeggia con i pantaloni. Provo a dargli una mano, ma in pochi secondi se li è già slacciati e gli ha abbassati a metà della coscia: e tra le gambe gli spunta un randello che riesco a distinguere anche al buio. Alla faccia del ragazzino: temo sia un po’ troppo largo per me.
Non mi da il tempo di sollevare obiezioni, perché mi prende di peso e mi sposta sulle sue ginocchia: nel movimento urto la leva del cambio, che sicuramente mi lascerà un bel livido, ma a Franco non sembra interessare. Se lo mena un paio di volte, poi mi trascina direttamente sopra il suo uccello.
Vorrei rallentare un attimo, fargli capire che non è il luogo e non è nemmeno il momento: e probabilmente non lo dovrebbe mai essere, ma Franco non me ne lascia il tempo. Sento il suo cazzo entrarmi dentro, allargando le labbra e le pareti della vagina. A metà corsa si deve fermare: sono stretta, lo sono sempre stata, e un calibro del genere mi causa problemi, anche se sono sopra e sono lubrificata.
Ci vorrebbe tempo e calma, ma lui non sembra averne: dopo un attimo di pausa comincia a spingermi di nuovo verso il basso. Anche se sforza, non riesce a farsi spazio: dovrei rilassarmi, ma in questa situazione è impossibile. Sembra aver capito che non c’è abbastanza spazio, quindi si accontenta di quella poca escursione che la mia vagina permette.
Vista la situazione, cerco di godermela anche io: visto che è lui a tenermi, allungo la mano fino al clitoride, in modo da darmi almeno un po’ di piacere. Ma non ne ho il tempo: lo sento fermarsi di scatto e scoppiarmi dentro, con un fiotto di sperma caldo, che sento colare lentamente colare giù lungo le gambe.
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