All’interno dell’universo BDSM, il bondage non è solo una pratica, ma un linguaggio del corpo, un’estetica e una forma di connessione profonda tra chi lega e chi si lascia legare. Tra le figure più tecniche e affascinanti di questa scena c’è quella del Rigger, colui (o colei) che maneggia corde, tensioni, emozioni e consenso per costruire un’esperienza sensoriale e psicologica intensa.
A differenza di altri ruoli, il Rigger ha una responsabilità tecnica, psicologica e relazionale: attraverso i legami costruisce una narrativa che può oscillare tra il rituale meditativo e il gioco erotico. In questo articolo — redatto con il contributo di educatori e formatori BDSM italiani — vedremo chi è un Rigger, come lavora e perché la sicurezza e il consenso rappresentano la base di ogni legatura consapevole.
Il termine Rigger deriva dal linguaggio nautico e teatrale, dove indica chi gestisce corde, funi e tensioni. Nel contesto BDSM, la parola è stata adottata per descrivere la persona che lega il partner — detto rope bunny o bottom — durante una sessione di bondage.
Un Rigger BDSM non è semplicemente “chi fa i nodi”: è una figura tecnica e relazionale, capace di trasformare la corda in un mezzo di comunicazione. Ogni legatura, ogni tensione, è parte di un linguaggio del corpo fatto di fiducia, controllo e abbandono.
I Rigger più esperti possiedono competenze anatomiche e psicologiche, conoscono i punti di compressione, i rischi vascolari e le reazioni emotive che le corde possono evocare. La loro responsabilità non è solo estetica, ma anche etica e di sicurezza: un buon Rigger valuta costantemente il comfort del partner e interrompe la scena se qualcosa non va.

A differenza del Dominante “classico”, che può esercitare il potere attraverso gesti o comandi verbali, il Rigger comunica attraverso il contatto fisico e la precisione tecnica. Il suo dominio non è verbale, ma tattile e simbolico. Proprio per questo molti praticanti considerano il rope bondage una forma d’arte o meditazione condivisa, oltre che una delle pratiche BDSM più delicate.
Non tutti i Rigger BDSM operano con finalità sessuali: alcuni lavorano in ambiti artistici o performativi, come le esibizioni di shibari (o kinbaku), altri in contesti educativi o terapeutici, dove la legatura è usata per esplorare fiducia, vulnerabilità e consapevolezza corporea. In tutti i casi, il principio resta lo stesso: la corda è un mezzo, non un fine, e il vero centro dell’esperienza è la relazione di fiducia tra chi lega e chi si affida.
Il compito principale di un Rigger BDSM è quello di eseguire legature — note come rope bondage — utilizzando corde naturali o sintetiche per creare posture, sensazioni ed estetiche specifiche. Ma dietro a un semplice nodo si nasconde una disciplina tecnica e mentale che richiede studio, attenzione e grande consapevolezza del corpo umano.
Le legature possono avere scopi diversi: erotici, meditativi, estetici o performativi. Nello shibari e nel kinbaku, due forme tradizionali giapponesi da cui il bondage moderno trae ispirazione, la corda diventa uno strumento di comunicazione silenziosa. Ogni gesto, tensione o passaggio serve a stabilire una connessione emotiva e fisica con il partner, più che a ottenere un effetto puramente visivo.
A differenza del soft bondage, che privilegia la sensualità e il gioco psicologico, le tecniche di bondage più avanzate richiedono conoscenze approfondite, controllo e padronanza della corda. Un Rigger esperto deve saper gestire nodi, tensioni e sospensioni con rigore e consapevolezza. Conosce i punti sicuri del corpo e quelli da evitare — come le zone con nervi superficiali o vasi sanguigni importanti — e adatta ogni legatura alla morfologia e alla sensibilità del partner.
La precisione è ciò che distingue un dilettante da un professionista: la pressione delle corde non deve mai interrompere la circolazione né comprimere articolazioni. Un Rigger competente opera seguendo i principi riconosciuti nel BDSM internazionale, come SSC (Safe, Sane, Consensual) o RACK (Risk Aware Consensual Kink), garantendo che ogni sessione sia sicura, consapevole e rispettosa.
In molte scuole di bondage artistico, dal Giappone all’Europa, si insegna che la corda è una prolunga delle mani del Rigger. La capacità di mantenere costante la tensione, regolare la distanza e leggere i segnali corporei del bottom è il risultato di anni di pratica, disciplina e ascolto.
Il rope bondage, se praticato senza conoscenze, può essere rischioso. Un Rigger preparato non improvvisa mai: porta sempre con sé forbici di sicurezza, controlla temperatura, respirazione e colore della pelle del partner, e mantiene un dialogo costante per garantire la sicurezza in ogni momento.
Il consenso è la base di ogni scena. Prima di iniziare, le parti discutono limiti, parole di sicurezza e tipo di esperienza desiderata, spesso formalizzando questi accordi in un contratto BDSM. Questo documento, simbolico o scritto, serve a chiarire confini e responsabilità, prevenendo incomprensioni e creando un quadro di fiducia reciproca.
Durante la sessione, il Rigger resta attento a ogni segnale fisico o verbale, pronto a interrompere immediatamente in caso di disagio o rischio.
Più che un semplice “esecutore di nodi”, un buon Rigger è un facilitatore di esperienze sicure e condivise, che unisce competenza tecnica, responsabilità etica e rispetto profondo per il corpo e la mente del partner.

Diventare un buon Rigger nel BDSM richiede formazione, pratica costante e confronto con la comunità BDSM. Non esistono scorciatoie né titoli ufficiali: la competenza nasce da anni di esperienza, studio dell’anatomia, partecipazione a workshop e da un atteggiamento sempre curioso e prudente.
Molti iniziano come autodidatti, osservando tutorial o leggendo manuali di riferimento, ma la vera crescita avviene attraverso l’apprendimento dal vivo. In Italia e in Europa esistono corsi e seminari dedicati allo shibari e al bondage sicuro, tenuti da Rigger professionisti o performer riconosciuti, dove si imparano tecniche, nodi di base, gestione del peso e soprattutto le norme di sicurezza.
Partecipare a munch, eventi o workshop pratici permette inoltre di entrare in contatto con la comunità kink, confrontarsi con persone esperte e capire i valori fondamentali di questo ambiente: consenso, rispetto e trasparenza. La competenza tecnica è importante, ma deve sempre accompagnarsi a una profonda consapevolezza etica e relazionale.
Essere un bravo Rigger BDSM non significa realizzare legature spettacolari, ma creare esperienze sicure e significative per il partner. Serve umiltà, capacità di ascolto e la disponibilità ad accettare i propri limiti.
Ogni corpo è diverso, così come ogni reazione fisica o emotiva: il Rigger deve saper osservare e adattarsi. Saper leggere i segnali del partner — un tremore, un respiro trattenuto, un cambio di tono — è più importante di qualunque nodo complesso.
Nel rapporto tra Rigger e Rope Bunny, la fiducia è la base di tutto: chi lega ha la responsabilità del corpo e della sicurezza dell’altro, mentre chi si lascia legare offre la propria resa come atto di fiducia e connessione. Questa dinamica reciproca è ciò che trasforma la legatura in un vero dialogo fisico ed emotivo.
Molti Rigger esperti consigliano di mantenere un diario delle sessioni, annotando errori, osservazioni e miglioramenti. È un modo per sviluppare responsabilità e sensibilità, qualità che distinguono i veri professionisti da chi lega per semplice imitazione.
Nel bondage, la corda è solo lo strumento: ciò che conta davvero è la fiducia costruita e la cura dimostrata in ogni gesto.
Il principale strumento di un Rigger è la corda, ma ridurre il bondage a un semplice insieme di nodi sarebbe un errore. Ogni materiale, accessorio e dettaglio ambientale influisce sulla sicurezza e sull’esperienza del partner.
Un Rigger BDSM esperto conosce le caratteristiche fisiche delle corde, sa come mantenerle in buono stato e prepara lo spazio con cura quasi rituale: superfici pulite, temperatura controllata, strumenti di sicurezza a portata di mano.
In contesti professionali, come studi o dungeon attrezzati, le corde vengono pulite, oliate e conservate separatamente in base al tipo di fibra, mentre gli ancoraggi e i punti di sospensione vengono controllati periodicamente. La manutenzione è parte integrante della pratica, al pari della tecnica di legatura.
La scelta della corda è una decisione cruciale per ogni Rigger. I materiali più comuni sono:
La lunghezza standard per lo shibari è di circa 7-8 metri con uno spessore di 6 mm, ma ogni Rigger adatta la misura in base alla tecnica e alla corporatura del partner. Le corde vanno ispezionate dopo ogni uso per evitare sfilacciamenti o nodi permanenti che potrebbero compromettere la sicurezza.
Un Rigger preparato non si affida mai al caso. Porta sempre con sé:
Prima di ogni sessione, un Rigger esperto effettua sempre un controllo ambientale: verifica che lo spazio sia pulito, che le corde siano asciutte e che gli strumenti di sicurezza siano facilmente raggiungibili.
La preparazione non serve solo a evitare incidenti, ma a creare un clima di fiducia e professionalità, fondamentale per permettere al partner di lasciarsi andare con tranquillità.

Anche chi ha esperienza nel bondage può commettere errori se sottovaluta l’aspetto tecnico o emotivo della scena. Il Rigger BDSM, infatti, deve bilanciare estetica, sicurezza e comunicazione: un solo errore può compromettere l’esperienza o causare danni fisici.
L’aftercare è una delle fasi più delicate e spesso fraintese del bondage. Non si tratta semplicemente di “coccolare” il partner dopo la scena, ma di ristabilire equilibrio fisico ed emotivo dopo un’esperienza intensa.
Durante una sessione bondage o di sesso sadomasochista, il corpo e la mente attraversano stati alterati di tensione, vulnerabilità e rilascio: quando le corde vengono sciolte, può emergere una sensazione di vuoto o disorientamento, nota come sub drop.
Per questo, un Rigger responsabile dedica sempre tempo all’aftercare. Le modalità cambiano da coppia a coppia, ma in genere comprendono:
L’aftercare è anche un momento di riflessione reciproca: il Rigger può chiedere feedback, valutare cosa migliorare e consolidare il legame di fiducia.
Nella comunità BDSM, i praticanti più esperti considerano l’aftercare parte integrante della scena, non un’aggiunta opzionale. È ciò che trasforma il bondage da semplice atto tecnico a esperienza di connessione autentica e consapevole.

Conoscere Rigger BDSM esperti e affidabili è fondamentale per vivere esperienze di bondage sicure, consapevoli e rispettose. In Italia la comunità BDSM è viva ma riservata, e per avvicinarsi serve sempre un approccio informato e prudente.
Il primo passo, per molti, è partecipare ai munch BDSM, incontri pubblici e informali che si svolgono nelle principali città italiane come Milano, Roma, Torino o Bologna. In questi appuntamenti, spesso organizzati in locali o spazi neutri, appassionati e curiosi possono confrontarsi, assistere a dimostrazioni o semplicemente conoscere chi pratica il bondage con serietà e rispetto. Sono ambienti accoglienti e sicuri, perfetti per muovere i primi passi senza pressioni.
Chi desidera approfondire può partecipare a play party BDSM, eventi riservati in cui il bondage viene messo in scena da Rigger BDSM e performer esperti. Questi contesti, regolati da precise norme di consenso e comportamento, offrono la possibilità di osservare tecniche reali in un’atmosfera di discrezione e fiducia.
Un’altra opportunità per avvicinarsi alla disciplina è rappresentata da workshop e corsi pratici, spesso tenuti da insegnanti e performer con esperienza internazionale nello shibari e nel bondage artistico. Questi incontri permettono di imparare i nodi di base, la gestione del corpo e le regole di sicurezza fondamentali, sviluppando allo stesso tempo sensibilità ed empatia verso il partner.
Chi preferisce orientarsi online può invece fare riferimento a Mistress Advisor, la principale piattaforma italiana dedicata al mondo fetish e BDSM. Sul sito è possibile consultare gli annunci di Mistress a Milano, Mistress a Roma e Mistress a Torino, tutti verificati e corredati da fotografie autentiche, descrizioni dettagliate e recensioni certificate. Questo consente di entrare in contatto solo con professionisti reali e affidabili, evitando rischi o improvvisazioni.
Mistress Advisor rappresenta oggi il punto di riferimento più autorevole in Italia per chi vuole scoprire il bondage, conoscere Rigger qualificati e avvicinarsi al BDSM in modo serio, sicuro e consapevole.
No. Anche se storicamente la figura del Rigger è stata associata a uomini, oggi sempre più donne e persone non binarie praticano il bondage da Rigger con grande competenza. Nel BDSM il ruolo non è legato al genere, ma alla capacità tecnica, alla sensibilità e al rispetto delle regole di sicurezza e consenso.
Il Dominante può esprimere la propria autorità in molti modi — verbali, fisici o psicologici — mentre il Rigger si concentra principalmente sulla corda e sul linguaggio del corpo. Non tutti i Rigger sono Dominanti e non tutti i Dominanti praticano bondage: si tratta di due ruoli diversi, che possono però sovrapporsi nella stessa persona.
Sì, è fortemente consigliata. Il bondage non è una pratica improvvisata: richiede conoscenze anatomiche, tecniche di legatura e soprattutto consapevolezza dei rischi. Molti Rigger frequentano corsi di shibari o bondage sicuro, partecipano a workshop con istruttori certificati e dedicano tempo alla pratica con partner consenzienti.
Solo se lo si fa con persone inesperte o senza una chiara comunicazione. Un Rigger competente rispetta sempre i principi di sicurezza, verifica la circolazione, mantiene il dialogo aperto e ha sempre a portata di mano forbici di emergenza. Il bondage praticato con consapevolezza è sicuro e può diventare un’esperienza di fiducia e connessione molto intensa.
Un Rigger serio non forza mai i limiti, spiega i rischi, ascolta le esigenze del partner e mantiene un atteggiamento rispettoso. È un segnale positivo se mostra formazione, parla di sicurezza e non nasconde le proprie esperienze. Al contrario, chi evita di discutere di limiti o minimizza i rischi non è una persona di cui fidarsi.