Ho sentito parlare mia madre e mia zia: mamma diceva quanto fosse preoccupata perché non le ho presentato ancora una ragazza. Teme che io sia gay, un disastro per il buon nome della famiglia.
Peccato che a me le donne piacciano: ma sono quelle con qualche anno in più ad attirare la mia attenzione. E sono sicuro che manco questo piacerebbe a mamma. Zia le ha detto di non preoccuparsi, che magari è solo una fase, che passerà. Dubito che sia una fase: mi piacciono le donne, non le ragazzine, e mia zia fa decisamente parte della prima categoria.
Sposata, ma con un matrimonio che sembra molto piatto, sono sicuro che si concede una sacco di “extra” fuori casa. E pagherei per essere uno di questi extra: o forse non mi toccherà nemmeno pagare. Perché a sentire il tono della zia, che conforta mia madre dicendole che presto arriverà la ragazza giusta, posso percepire un certo interesse per la questione. Che potrei giocare a mio favore.
L’occasione giusta sembra piovere dal cielo qualche settimana dopo: io non ho mai abbassato le antenne, in attesa di un segnale. Che ha preso la forma di zia che aveva bisogno di aiuto per installare il televisore nuovo, visto che suo marito non ci capiva nulla.
Mi sono subito offerto volontario e il pomeriggio, finite le lezioni, ho suonato alla sua porta: mi ha aperto e suo marito ovviamente non era in casa. Non era vestita in modo provocante: ma i leggins definivano bene la forma del suo culo e dalla maglietta morbida era facile intravedere una parte di seno: senza reggiseno, visto che era in casa e voleva stare comoda.
La programmazione del televisore ha richiesto una mezz’ora: poi le ho fatto cenno di sedersi vicino a me sul divano, per spiegarle meglio come utilizzare il telecomando. Sicuramente con altri “telecomandi” non avrebbe avuto bisogno di istruzioni.
Siamo stati vicini per un po’, con le gambe praticamente attaccate: è stato naturale che il mio cazzo partisse subito con una delle sue erezioni, anche solo sentendo il calore del suo corpo. E il suo profumo, che era davvero inebriante, un misto di dolce e selvatico.
Avevo indosso i jeans stretti, quelli che mettevano in evidenza i muscoli: oltre all’uccello, che non potevo certo nascondere. Quando lo sguardo di zia era caduto sul rigonfiamento nei pantaloni, proprio sotto il telecomando, avevo finto un momento di imbarazzo.
“Non ti preoccupare tesoro, è assolutamente normale a questa età.”
E intanto mi accarezza leggermente, sopra la tela sottile dei pantaloni: ho evitato le mutande, per sentirmi più libero.
“La tua mamma era preoccupata che non ti piacessero le donne, ma non mi sembra proprio.”
Nessuna traccia di imbarazzo nella sua voce: buon segno. Come un buon segno è che la carezza si faccia più decisa, salendo e scendendo tutta la lunghezza del pene. Che mi fa letteralmente un salto nei pantaloni: meglio che faccia qualcosa, prima di venire senza nemmeno averle toccato la figa.
Allora prendo il problema nelle mie mani e mi slaccio i pantaloni: il mio uccello svetta fuori immediatamente, come se avesse una molla.
C’è un attimo in cui il tempo sembra fermarsi: finché zia non si avventa con la bocca sopra l’asta e la fa sparire in un attimo. E allora mi rilasso e mi godo un pompino che sembra un sogno.
È per questo che preferisco le donne mature: le mie coetanee non sono un granché quando devono succhiare, si impegnano pure, ma troppo spesso devo combattere con i denti che mi fanno subito passare la voglia. Oppure succhiano un po’, senza troppo interesse: e guai a chiedere di ingoiare.
Invece zia si impegna, si vede che le piace succhiarlo: inizia dal glande, lo lecca e lo stuzzica, poi scende fino alla base, anche se il mio pisello è decisamente una belle misura. Lo tiene in bocca e continua a massaggiarlo con la lingua, senza mai farmi sentire i denti.
E non ha fretta: va avanti e indietro modificando sempre un po’ il ritmo, senza correre troppo. Meglio, altrimenti rischio di esplodere nel giro di pochi minuti. Cerco di concentrarmi sulla lezione di storia, per riprendere un po’ il controllo, quando sento che la bocca si sposta e la lingua comincia ad accarezzarmi le palle.
Questo non me lo ha mai fatto nessuna e mi manda fuori di testa: prende in bocca lo scroto e lo succhia, fino quasi a farmi male, tanto che la devo fermare, prima che il divertimento diventi qualcosa di spiacevole.
Zia dimostra di aver capito il mio gesto e ritorna a occuparsi dell’uccello: adesso si è inginocchiata davanti a me, per stare più comoda. Anche io sono più comodo e quando ricomincia a succhiare rilasso la testa, lasciandola cadere sulla spalliera del divano: mi sembra davvero di essere in un porno, ma di quelli fatti bene.
Il ritmo del pompino aumenta: probabilmente ha deciso che il test finale è quello di farmi venire con la bocca. Allora la assecondo, cominciando ad alzare il bacino per venire incontro ai suoi movimenti: non la sento tossire o soffocare, quindi direi che sto facendo bene.
La sua abilità il mio uccello la sente: e sento le palle che si gonfiano sempre di più, pronte a schizzare alla grande. A questo punto decido di osare ancora un po’ di più e le appoggio la mano sulla testa, passandola tra i capelli.
Non mi sembra scocciata e non mi sposta la mano, quindi stringo ancora un po’ la presa e comincio a spingerla verso il mio uccello. Non si ribella, anche se ormai le sto scopando la bocca: anzi, sembra raddoppiare i suoi sforzi per farmi godere.
E non ci vuole molto: non riesco a fermare lo stimolo e le riempio la bocca di sperma. Deve essere davvero tanto, a giudicare dalle spinte, ma per lei non è un problema, non se ne fa scappare nemmeno una goccia. Si alza soddisfatta, lasciando il mio cazzo pulito: di sicuro ora potrà rassicurare mamma.
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