Ninna nanna – Racconto Incesto Mamma

Per far rilassare il mio piccolo ho sempre usato il seno: mio marito non gradiva che lo facessi così spesso, soprattutto quando Luigi era diventato grande, ma è sempre stata la nostra coccola speciale. Lo facciamo meno, è vero, ma anche adesso che è adulto ogni tanto gli riservo questo relax speciale.

Ovviamente sto attenta a non farmi scoprire, perché mio marito non capirebbe: domani Luigi ha un esame importante e sono sicura che non riesce a prendere sonno. Per questo mi alzo dal letto e silenziosamente mi dirigo in camera sua. Vedo la luce del telefono, proprio come prevedevo.

Entro senza bussare: ho indossato appositamente il pigiama con i bottoni, così diventa più facile farci le coccole. Luigi mi vede entrare e non sembra sorpreso: sono sicura che mi aspettava, ogni volta sembra più impaziente di poter godere del mio seno. Forse è ora che gli permetta di godere anche di altro. Anche io lo vorrei, ormai è finito il tempo dei giochi da bambini.

Mi avvicino al letto, senza parlare, e lui mi fa posto, posando finalmente il cellulare: mi sdraio accanto a lui e gli accarezzo i capelli. Sono scuri, come quelli di suo padre, ma è l’unica cosa che ha preso da lui, non certo il carattere, che è dolce e gentile, quanto quello di mio marito è burbero e scontroso.

Sento il nervosismo di Luigi nella tensione del suo corpo: ha bisogno di me, come sempre. Sono l’unica in grado di capirlo e di farlo rilassare. Lui ha tanto bisogno di relax. E allora mi apro il pigiama, sotto sono nuda, e lui attacca il seno, quasi con violenza. Lo succhia, stringendo forte le labbra e anche i denti. Sento la barba che punge e mi segna la pelle. Il capezzolo si fa sempre più duro e dolente: e in mezzo alle gambe sento quel famigliare senso di eccitazione che sempre accompagna questi momenti.

Di solito risolvo dopo, masturbandomi con un vibratore oppure anche solo con le mani, ma questa volta è difficile aspettare. Cerco di far scivolare la mano, di nascosto, mentre Luigi mi afferra con la sua l’altro seno. Comincia a stringerlo e poi a stimolare il capezzolo, girandolo tra le dita: un’altra tortura, tanto che quando supero l’elastico del pigiama e arrivo agli slip, li sento già bagnati.

Poi di colpo la mano sul seno di ferma, mentre le labbra continuano a succhiare: e la trovo che blocca il mio polso e toglie la mia mano dai pantaloni. Per sostituirla con la sua. Non mi da tempo di ribattere o di fermarlo: in pochi secondi le sue dita sono dentro gli slip e accarezzano le labbra.

Si insinuano dentro la mia figa, prima un dito poi un altro: non incontrano resistenza, ma solo carne morbida e bagnata. Luigi comincia a spingere, avanti e indietro, allo stesso ritmo feroce con cui mi continua a succhiare il capezzolo. Se non si ferma rischia di farmi sanguinare il seno. E di farmi venire.

Cerco di muovermi, ma mi blocca con il suo peso: passa all’altro seno e sento il duro del suo uccello che mi struscia sulla coscia. Vorrei prenderlo in mano, ma sono bloccata. E lui continua a penetrarmi con le dita, finché non sente un fiotto di liquido caldo e la mia figa che si contrae.

A questo punto ferma la mano, ma non il movimento del bacino: sento che preme sempre più forte sulla coscia, anche se ci sono due strati di tessuto a separarci. Due strati di troppo: ritira la mano dalla mia figa e lo sento armeggiare in basso: capisco che se lo è tirato fuori, in modo da poterlo strofinare meglio. Ma la coscia non gli basta: finalmente lascia il capezzolo, per potersi tirare su e spostare completamente su di me. 

Ricomincia a strofinarsi, sempre più velocemente: sento il suo uccello che spinge tra il pube e l’addome, in cerca di un piacere che non riesce a trovare. Vorrei che lo mettesse dentro, dove erano le sue dita fino a poco fa, per sentire quanto riesce a farmi godere. Affonda la faccia tra i miei seni e lo sento gemere. Poi si ferma, come se avesse trovato la soluzione.

Non è quella che speravo, ma per questa volta mi dovrò accontentare: si alza e si inginocchia sopra di me: spero me lo metto in bocca, voglio sentire il suo sapore. Ma non mi fa questo regalo: vuole il mio seno, in ogni senso. Così mi appoggia il cazzo sul petto e lo stringe con i seni: è lungo e grosso, lo distinguo anche nella luce così scarsa.

Si muove avanti e indietro e mi scopa le tette proprio come vorrei mi scopasse la figa: ma non posso fare nulla, se non fissare quel cazzo così vicino alla mia bocca, ma che non posso nemmeno leccare. 

Continua con la sua scopata, la spagnola se ricordo bene, stringendo sempre di più i miei seni sul suo cazzo: in questo modo forse gli sembra di potermi avere fino in fondo. Fatica a trattenere i gemiti e io vedo spuntare la testa del suo cazzo in mezzo ai seni. Riesco ad allungare la mano tanto da arrivare a sfiorarmi la figa, per avere almeno un po’ di piacere.

Il ritmo della scopata si fa sempre più veloce: ho quasi paura che mi soffochi con il suo peso. Spinge forte e veloce, per poi fermarsi: sento il petto e la faccia che vengono inondante del suo sperma caldo, che inizia a uscire a fiotti e sembra non volersi fermare più. Un po’ arriva anche sulla punta della lingua, che ho spinto fuori dalla bocca proprio nella speranza di poterlo assaggiare: ha un sapore dolce e fresco, proprio come quello che mi aspettavo.

Lo sento mentre cerca di riprendere fiato, lasciando finalmente la presa sui miei seni: domani mi faranno male e saranno probabilmente pieni di lividi. Libero una mano, tanto da raccogliere lo sperma e spalmarlo sul petto, come una crema di bellezza preziosa.

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