Dopo qualche anno di matrimonio la voglia di qualcosa di nuovo era emersa in modo prepotente: più in me che in mio marito. Avevo avuto poche esperienze prima di sposarmi, ma non per questo volevo cedere alla tentazione del tradimento: volevo solo qualcosa che riaccendesse la passione.
Non era stato facile parlare di questo a Giulio, che era convinto andasse tutto bene: all’inizio si era un po’ offeso, poi lo avevo convinto che era qualcosa di assolutamente naturale. Potevamo esplorare nuove esperienze insieme, regalandoci un po’ di tempo per noi.
Io sarei partita subito con esperienze molto particolari, come quella di andare in un club swinger: ma sapevo che Giulio avrebbe rifiutato nettamente, spaventato da una novità tanto grande. Dovevo procedere con pazienza: quindi gli avevo proposto una fantasia abbastanza comune, quella del gioco di ruolo.
Quello che mi attirava di più era quella “prostituta – cliente”, ma anche in questo caso non avevo osato spingermi troppo oltre: se tutto fosse andato bene, avremmo avuto la possibilità di sperimentare in seguito tutto quello che avevo in mente. E anche qualcosa di più.
Quindi gli avevo proposto qualcosa di più “leggero”: per una sera, sistemati i bambini con la baby sitter, avremmo potuto giocare a fare gli amanti. Ci saremmo incontrati in un ristorante fuori città, molto riservato, andando con due automobili. Avremmo fatto in modo di essere discreti. E poi avremmo continuato la serata in quello che è il posto per eccellenza degli amanti: il motel. Per fortuna ne avevamo uno non troppo lontano da casa.
Avevo illustrato il mio piano a grandi linee a Giulio: volevo vincere le sue resistenze, non spaventarlo. E avevo già in mente lo scenario perfetto: per riuscirci però tutto doveva essere una sorpresa, quindi ci eravamo accordati per salutarci la mattina e poi non vederci a casa. Io mi sarei cambiata in palestra, lui sarebbe rientrato per prepararsi e controllare i bambini. Tutto perfetto.
Mi ero preparata con cura, sia per quel che riguardava il vestito che il trucco: tanto che, quando ero uscita dallo spogliatoio della palestra per dirigermi al parcheggio, avevo sentito chiaramente gli sguardi ammirati di tutti gli uomini presenti. E di qualche donna.
Me lo aspettavo: gonna super corta, tacchi a spillo rossi e una camicia bianca che più trasparente era impossibile. E avevo lasciato i capelli sciolti, in modo che mi ricadessero sulle spalle: poco pratici ma molto più belli da vedere.
Avevo mandato a Giulio la posizione del ristorante: e gli avevo preparato sulla sedia in camera i vestiti che avrebbe dovuto indossare. Elegante, come un uomo che fosse uscito dal lavoro in tutta fretta per tradire sua moglie: proprio lui che odiava giacca e cravatta.
Raggiunto il ristorante, la sua automobile non c’era ancora: eravamo d’accordo di non vedersi nel parcheggio, ma direttamente all’interno, quindi ero entrata e mi ero seduta al tavolo riservato.
Il ristorante aveva un nome comune, ma era detto “degli amanti”: i vari tavoli, di solito da due, erano celati alla vista da eleganti separè, in modo che ognuno avesse la sua privacy. L’illuminazione era molto soffusa: difficile riconoscersi anche a pochi metri di distanza. E, per completare l’opera, avevo prenotato con un nome fittizio.
Giulio era arrivato con qualche minuto di ritardo: decisamente impacciato e in imbarazzo, non solo per il completo che si era messo. Se gli avessi spiegato qual era il ristorante non avrebbe accettato, mentre ormai era in ballo e quindi doveva continuare a ballare.
Avevo messo in conto che sarebbe successo: quindi avevo chiamato il cameriere e ordinato per tutti e due, così che non dovesse aprire bocca. Se tutto fosse andato come previsto, la sua lingua sarebbe servita per altro.
Quando Giulio aveva cercato di rompere il silenzio, lo avevo zittito prontamente: in un modo che davvero non si aspettava. Avevo allungato il piede tanto da raggiungere il suo e sfiorarlo leggermente, mentre mi portavo un dito davanti alla bocca.
Il cameriere era stato celere a portarci gli ordini e dileguarsi subito dopo: per chiamarlo avevamo a disposizione una sorta di campanello elettronico, quindi non ci avrebbe disturbato nel momento sbagliato.
Avevo iniziato a gustare il mio piatto, innaffiato con un ottimo vino rosso, cercando di attirare al massimo l’attenzione di Giulio. Non era stato poi così difficile: forse anche grazie al vino era più rilassato, quindi si era accorto di come mi ero preparata per lui. Il suo sguardo, per quanto concesso dall’ostacolo del tavolo, spaziava dai capelli alla camicia a cui avevo tatticamente aperto il primo bottone.
Sotto sicuramente poteva intravedere il reggiseno a balconcino colore rosso scuro, con un piccolo pendaglio tra i seni: anzi, il suo sguardo sembrava proprio incollato lì. E nel frattempo avevo continuato ad accarezzargli la coscia, salendo verso il ginocchio fino all’interno coscia, dopo aver sfilato la scarpa.
Stavo raggiungendo il mio scopo: più mi avvicinavo al suo pube, più i suoi movimenti diventavano scoordinati e il rossore si diffondeva sul volto. Quello era il momento giusto per la “fase due”: avevo interrotto le mie carezze, avevo indossato la scarpa e mi ero alzata, passando accanto a lui e sussurandogli all’orecchio “Andiamo in bagno?”.
Non mi ero guardata indietro, ma il rumore della sedia mi aveva confermato che Giulio era a pochi passi da me: ero entrata in bagno decisa e mi ero appoggiata al lavandino. Anche qui l’illuminazione era scarsa, ma c’era la possibilità di chiudere la porta.
Pochi secondi e Giulio era entrato, trafelato, quasi rischiando di venirmi addosso: lo spazio era poco ma basta per quello che avevo in mente. Non gli avevo dato il tempo di parlare, baciandolo appassionatamente mentre chiudevo il chiavistello.
Poi avevo fatto scivolare le mani fino ai pantaloni, per slacciarli senza fatica: era nudo sotto, proprio come gli avevo chiesto. Tenendomi alla cravatta mi ero abbassata, aiutata anche dai tacchi alti, in modo da arrivare con la faccia all’altezza del suo pube.
“Lo sai che ora non mi puoi più sfuggire? Preparati a fare piano, altrimenti ci sentirà tutto il locale.”
Cosa farò a Giulio nel bagno? Ascolta la versione integrale e non censurata su Pulsioni.it.