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Ossessione dallo spioncino – Racconto Trans

Non pensavo di poter diventare uno stalker: anzi, avevo sempre disprezzato gli uomini che erano assillanti e ossessivi con le donne. Fino al momento in cui era arrivata la mia nuova vicina: anzi, dirimpettaia.

Quarant’anni, o forse qualche anno di più, capelli grigi lunghi, con una sfumatura quasi metallica, portati con stile. Altezza superiore alla media e un’eleganza nel vestire che sarebbe piaciuta persino a una donna di gusti difficili come era mia madre. Non mi era mai capitato di vederla trasandata, nelle volte che ci eravamo incontrati sulle scale o sul ballatoio, nemmeno quando usciva con il suo cagnetto bianco per buttare la spazzatura.

Avevo attaccato bottone qualche volta, all’inizio per puro spirito di vicinato: ma quando le chiacchierate si erano fatte più frequenti, mi ero accorto che quella donna mi intrigava, nonostante la differenza d’età.

Allora avevo iniziato a giocare qualcuna delle mie carte migliori: avevo evitato di uscire con un outfit poco curato e non mi dimenticavo mai di sistemarmi la barba. E poi c’era il fattore età: avevo almeno dieci anni meno di lei, nessuna donna poteva essere immune al fascino di un giovane che la corteggiava.

Lei, che si chiamava Giulia, mi aveva dato però non troppa corda. Sempre cortese, non era però mai scesa nel personale. Avevo pensato anche di prendere un cane per entrare in maggiore confidenza con lei, poi mi ero accorto che era un’idea abbastanza folle: non potevo diventare scemo per una scopata mancata.

Ma il desiderio non sembrava destinato a diminuire: mi accorgevo di controllare, attraverso lo spioncino della porta d’ingresso, i suoi orari, quando usciva, quando rientrava, quando riceveva visite. Cioè praticamente mai: se si esclude una donna, forse dell’est, che veniva a fare le pulizie due volte alla settimana. Una vita irreprensibile e pure un po’ noiosa.

Finché non l’avevo scoperto: per puro caso, una sera, navigando in rete senza un obiettivo preciso. Ero finito su un sito di escort, di livello decisamente alto, e non avevo dubbi: in una delle gallerie avevo riconosciuto la mia vicina.

Era vero, indossava una parrucca a coprire i suoi capelli grigi e un trucco pesante, ma non poteva che essere lei: anche se quelle immagini erano così diverse dalla persona che avevo iniziato a conoscere.

E quella non era stata l’unica sorpresa: decisamente, la mia vicina aveva una marcia in più. Perché in realtà era un vicino: o, meglio, aveva un perfetto seno rifatto, ma anche una dotazione che mi faceva salire un po’ di invidia.

Sembrava essere una delle accompagnatrici più richieste: il sito parlava di una lista di attesa lunga e di una compagnia di altissimo livello. Avevo avuto la tentazione di fissare un appuntamento, poi avevo rinunciato: non era davvero il caso. La soluzione migliore sarebbe stata quella di dimenticare tutte le fantasie.

Peccato non fosse così facile e che il destino ci avesse messo lo zampino: una sera, proprio prima del fischio di inizio dell’anticipo di campionato, avevo sentito suonare alla porta. Era proprio lei, Giulia, alle prese con un problema tecnico: la caldaia si rifiutava di partire.

Non mi ero lasciato scappare l’occasione: la casa era come me l’aspettavo, arredamento moderno e minimal, della massima eleganza. Nessuna fotografia: chissà perché questo particolare mi aveva sorpreso.

Avevo trafficato un po’ con la caldaia, che davvero aveva qualche problema: poi ero riuscito a farla partire, anche se sarebbe dovuto venire un tecnico a vederla. Giulia mi aveva voluto a tutti i costi offrire un caffé, per ringraziarmi.

Mi aveva fatto sedere sul divano e lei si era sistemata accanto a me: potevo osservare le sue gambe lunghe uscire dalla vestaglia a kimono rossa, con la pelle perfettamente curata. C’era davvero un motivo per il suo successo.

Dopo il caffè mi aveva offerto un whisky: non lo avevo mai bevuto, ma in quel momento mi serviva per darmi un tono. E distrarmi dalla generosa scollatura che sembrava farsi sempre più prominente, mentre Giulia si muoveva e parlava.

Niente da fare: ero decisamente eccitato, anche se la presenza di quel “particolare” non la potevo dimenticare. Avevo provato a concentrarmi su altro, ma la padrona di casa si era fatta ancora più vicina, con il suo profumo intenso che mi invadeva i sensi.

Poi era scattata la trappola: con un gesto quasi casuale, mi aveva accarezzato il ginocchio. Avevo sentito un brivido lungo la schiena: la mano, non incontrando resistenza, era salita fino al pube, fino a saggiare, senza alcuna timidezza, la consistenza della mia eccitazione.

Che era decisamente tanta: Giulia se ne era accorta e aveva continuato la sua carezza, mentre con l’altra mano si scioglieva la cintura della vestaglia. Così avevo potuto finalmente ammirare il suo fisico, perfetto: poteva fare invidia a tante mie coetanee.

“Non è meglio così, che guardare dallo spioncino?”

Lo aveva detto ridendo, ma mi ero imbarazzato lo stesso: anche perché, dopo una prima occhiata al seno e alle cosce, la mia attenzione era inevitabilmente caduta su quel qualcosa in più, che la distingueva tutte le donne con cui ero stato.

Mi sembrava di essere ipnotizzato: le foto sul sito non erano ritoccate, era davvero grande e ben fatto. Ed era a portata di mano. In fondo, nessuno ci stava guardando in quel momento e sicuramente Giulia non sarebbe andata a raccontarlo in giro.

“Ti piace eh? Scommetto che non ne hai mai provato uno? Perché non proviamo insieme: fammi vedere quello che nascondi nei pantaloni.”

Sapendo di sembrare un po’ imbranato e decisamente impaziente, mi ero sfilato i jeans il più velocemente possibile: niente intimo, mai messo in casa, quindi ero pronto per Giulia. Che aveva dato un’occhiata soddisfatta, poi aveva ricominciato ad accarezzarmi l’interno della coscia, mentre io continuavo a fissare quello che nascondeva in mezzo alle gambe.

“Qualcuno è impaziente qui. Allora, dobbiamo solo vedere chi comincia. Oppure potremmo fare qualcosa insieme, così ci divertiamo di più.”

Insieme alle sue parole avevo sentito la sua mano che mi accarezzava la nuca e poi mi spingeva delicatamente verso il basso.

Vuoi sapere se ero andato fino in fondo con Giulia quella sera? Ascolta la versione integrale e non censurata su Pulsioni.it.