...

Quante Tasse Paga una Mistress? Guida agli Aspetti Fiscali

L’attività di dominazione femminile, comunemente associata alla figura della Mistress, può essere inquadrata in Italia come una libera professione non regolamentata, esercitabile nel pieno rispetto della legge.

Questo articolo ha l’obiettivo di fornire una panoramica chiara e aggiornata sugli aspetti fiscali e previdenziali legati a questa attività, affrontando temi come l’apertura della partita IVA, la scelta del codice ATECO, il regime forfettario, l’obbligo di fatturazione e il versamento dei contributi INPS.

Si tratta di informazioni utili per chi desidera regolarizzare la propria posizione e gestire la propria attività in modo trasparente e conforme alla normativa italiana.

Disclaimer: Le informazioni giuridico-fiscali qui riportate non costituiscono consulenza professionale e potrebbero variare in base alla situazione individuale, all’evoluzione normativa o all’interpretazione degli enti preposti.

Quando serve aprire la Partita IVA

Attività occasionale: quando non serve la Partita IVA

Uno dei primi aspetti pratici da chiarire quando si inizia a capire come diventare una Mistress riguarda la famigerata Partita IVA. Serve davvero per esercitare questa attività?
La risposta dipende da quanto e come si lavora.

Se l’attività è saltuaria, non pubblicizzata in modo continuativo online e senza una vera organizzazione o clientela fissa — ad esempio poche sessioni all’anno o incontri occasionali — la legge la considera una prestazione occasionale.
In questi casi, la legge consente di lavorare in regola senza Partita IVA, purché non ci sia un’organizzazione vera e propria o una clientela fissa.

La Mistress che lavora in modo occasionale può semplicemente rilasciare una ricevuta per prestazione occasionale, specificando il compenso ricevuto e i dati fiscali del cliente. Il reddito va comunque dichiarato nella dichiarazione dei redditi, come “reddito diverso”, ed è dunque soggetto a IRPEF secondo le aliquote progressive (che aumentano al crescere del reddito).

Fino a 5.000 euro annui non si versano contributi INPS; se si supera questa soglia, però, scatta l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS per i versamenti previdenziali.
In altre parole, anche se l’attività è saltuaria, il reddito va sempre dichiarato e tassato, ma non è necessario aprire la Partita IVA finché non diventa abituale.

mistress che calcola le tasse

Attività abituale: quando la Partita IVA diventa obbligatoria

Quando una Mistress riceve clienti con costanza, pubblica annunci di Mistress in modo regolare, aggiorna i propri profili o promuove la propria attività online su piattaforme come X, LoyalFans o altri social media, l’attività assume un carattere abituale e professionale.

In questo caso, la Partita IVA diventa obbligatoria, indipendentemente dal volume dei guadagni. Non conta tanto quanto si incassa, ma la continuità e l’organizzazione con cui si lavora.

Con l’apertura della Partita IVA, la Mistress deve scegliere il regime fiscale più vantaggioso — nella maggior parte dei casi, il forfettario — versare i contributi INPS e rilasciare fatture o ricevute fiscali per ogni sessione. Questo permette di operare in modo trasparente e professionale, evitando rischi di accertamenti o sanzioni.

Tutte le Top Mistress italiane lavorano oggi con Partita IVA attiva, seguendo procedure contabili regolari e affidandosi a un commercialista specializzato per la gestione delle pratiche fiscali. È una scelta che non solo tutela legalmente la professionista, ma consolida anche la sua reputazione come figura seria, affidabile e rispettata nel panorama BDSM nazionale.

Regime Fiscale per una Mistress in Italia

Il regime forfettario: la scelta più comune

Per la maggior parte delle Mistress che decidono di aprire una Partita IVA, il regime forfettario è la soluzione più vantaggiosa e semplice da gestire. È pensato per le piccole attività e per chi non supera 85.000 euro di ricavi annui.

Nel regime forfettario non si applica l’IVA, non si devono tenere registri contabili complessi e le imposte vengono calcolate in modo automatico, con un’imposta unica chiamata imposta sostitutiva.
La tassazione si basa su una stima del reddito, ottenuta applicando un coefficiente di redditività (per le attività di servizi alla persona, come nel caso della Mistress, è del 67%).

Ad esempio, se una Mistress incassa 60.000 €, il reddito imponibile sarà 60.000 × 67% = 40.200 €. Su questo importo si paga un’imposta sostitutiva del 15%, oppure del 5% per i primi 5 anni se si rispettano i requisiti di nuova attività.

Il vantaggio principale è la semplicità: niente IVA, pochi adempimenti e calcolo immediato delle tasse.
Lo svantaggio è che non si possono scaricare le spese reali (come viaggi, costumi, pubblicità o attrezzatura), perché la legge presume un margine fisso di costi del 33%.

Il regime semplificato: per chi supera gli 85.000 euro

Se invece l’attività cresce e supera gli 85.000 € di ricavi annui, la Mistress deve passare al regime semplificato, pensato per attività di dimensioni medio-piccole ma con volumi maggiori.

In questo caso l’imposta non è più sostitutiva: si applica la tassazione ordinaria IRPEF, con aliquote progressive (dal 23% fino al 43% a seconda del reddito).
Inoltre, è necessario tenere la contabilità, registrare fatture, dedurre le spese effettive e versare l’IVA periodicamente.

Il regime semplificato è più impegnativo ma consente di scaricare tutti i costi reali, cosa utile per chi sostiene molte spese legate alla propria attività — come l’investimento per la pubblicazione di annunci BDSM, affitto di location, costumi, attrezzature o trasferte.

tasse per mistress

Scelta del Codice ATECO per Mistress

Prima di aprire la Partita IVA, è necessario indicare un codice ATECO, ossia un codice numerico che serve a classificare la tua attività ai fini fiscali e previdenziali.

In pratica, è il modo con cui lo Stato “etichetta” il tipo di lavoro che svolgi: un dettaglio tecnico, ma fondamentale per stabilire quali tasse paghi, a quale gestione INPS appartieni e quali obblighi hai.

Il codice più usato: 96.09.09 “Altre attività di servizi alla persona n.c.a.”

Fino a poco tempo fa, chi esercitava l’attività di Mistress o dominazione professionale doveva inquadrarsi con un codice ATECO generico, perché non esisteva una voce specifica dedicata a questo tipo di prestazioni.

La soluzione più utilizzata è tuttora la 96.09.09 – “Altre attività di servizi alla persona non classificate altrove”, una categoria ampia che comprende tutte le professioni di servizio alla persona non riconducibili ad altre voci.

Questo codice è perfettamente adatto per le Mistress professioniste, poiché consente di operare legalmente nel rispetto della normativa, dichiarare i redditi, versare i contributi INPS e aderire al regime forfettario.

Inoltre, è già impiegato da molte figure simili nel settore dell’intrattenimento e del benessere personale (come performer, modelle alternative o consulenti fetish), risultando quindi la scelta più prudente e riconosciuta dai commercialisti.

Il nuovo codice 96.99.92 per escort e servizi sessuali

Con l’aggiornamento delle classificazioni ATECO 2025, l’ISTAT ha introdotto una nuova categoria:
96.99.92 – “Servizi di incontro ed eventi simili”, una voce che, almeno sulla carta, copre anche attività riconducibili al mondo delle escort e dei sex worker indipendenti.

Si tratta di una novità significativa, perché per la prima volta lo Stato italiano riconosce ufficialmente l’esistenza di un comparto economico legato ai servizi sessuali autonomi.
In teoria, questo codice consentirebbe di aprire una Partita IVA e versare regolarmente tasse e contributi, rendendo fiscalmente tracciabili attività che finora operavano in una zona grigia.

Tuttavia, nella pratica non ci sono vantaggi concreti nell’utilizzarlo, anzi: adottare il codice 96.99.92 può rivelarsi controproducente.
Essendo una categoria direttamente collegata ai “servizi di incontro”, è altamente probabile che venga monitorata con particolare attenzione dall’Agenzia delle Entrate, proprio perché molte escort lavorano in nero e generano movimenti finanziari difficilmente giustificabili.

tasse escort

Questo significa che chi scegliesse di operare con quel codice rischierebbe un livello di controllo fiscale molto più alto, con possibili verifiche sui flussi bancari, sull’origine dei redditi e sull’effettiva natura delle prestazioni offerte.
Inoltre, resta sempre valida la Legge Merlin, che vieta qualsiasi forma di intermediazione o sfruttamento della prostituzione: aprire una Partita IVA con un codice così esplicito potrebbe quindi creare red flag anche dal punto di vista interpretativo, soprattutto se i servizi offerti vengono descritti in modo ambiguo.

Per questo motivo, Mistress Advisor sconsiglia fortemente l’uso del codice 96.99.92. Non offre alcuna tutela aggiuntiva e può invece esporre a rischi inutili.

Il codice 96.09.09 – “Altre attività di servizi alla persona n.c.a.” resta la scelta più sicura, equilibrata e riconosciuta anche dai commercialisti: permette di lavorare in regola, versare le imposte correttamente e definire la propria attività come relazionale, educativa o di dominazione psicologica, senza ambiguità legali.

Contributi INPS: come si calcolano per una Mistress

Oltre alle imposte, ogni Mistress che lavora in modo regolare deve versare i contributi INPS, cioè la parte destinata alla pensione e alle tutele previdenziali.
Il principio è semplice: i contributi si calcolano sulla base imponibile, ovvero sull’effettivo reddito da lavoro, e non sull’intero incasso.
Ma il modo in cui si determina questa base cambia a seconda del regime fiscale scelto.

Contributi nel regime forfettario

Nel regime forfettario, la base imponibile si ottiene applicando un coefficiente di redditività ai ricavi.
Per le attività di servizi alla persona — come Mistress, dominatrici e performer BDSM — il coefficiente è del 67%. Questo significa che solo il 67% dei guadagni viene considerato “reddito effettivo” su cui pagare tasse e contributi.

Ad esempio, se una Mistress incassa 50.000 € in un anno, il suo reddito imponibile sarà 50.000 × 67% = 33.500 €. Su questo importo si calcolano i contributi INPS, applicando l’aliquota della Gestione Separata, attualmente pari al 26,23%. Nel nostro esempio, i contributi annui ammonterebbero a circa 8.785 €.
Questa cifra è deducibile dal reddito imponibile, quindi riduce anche la base su cui si calcolano le imposte.

Contributi nel regime semplificato

Nel regime semplificato, invece, non si applica alcuna percentuale forfettaria: la base imponibile coincide con il reddito reale, cioè la differenza tra ricavi e costi documentati.

In pratica, se una Mistress incassa 100.000 € e ne spende 40.000 € per affitti, costumi, attrezzature e viaggi, il reddito imponibile sarà 60.000 €, e su questo importo si calcolano sia le imposte che i contributi INPS.

Fatturazione e ricevute: come documentare le sessioni

Fatturazione nel regime forfettario

Le Mistress che operano in regime forfettario hanno una gestione molto semplificata: non devono applicare l’IVA né la ritenuta d’acconto e non sono tenute a tenere registri contabili complessi.
Per ogni sessione, devono emettere una fattura elettronica o una ricevuta fiscale che riporti la seguente dicitura obbligatoria:

“Operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, commi 54–89, della Legge 190/2014 – Regime Forfettario. Operazione in franchigia da IVA e non soggetta a ritenuta d’acconto.”

Questa frase serve a chiarire che si tratta di un’attività svolta in regime agevolato.
È comunque consigliabile indicare una descrizione neutra e professionale della prestazione, come “sessione di dominazione psicologica” o “consulenza privata di relazione e controllo emotivo”, evitando riferimenti sessuali espliciti.

Fatturazione nel regime semplificato

Chi sceglie il regime semplificato deve applicare l’IVA al 22%, tenere registri contabili aggiornati e numerare progressivamente le fatture.
In questo caso, si tratta di un regime ordinario a tutti gli effetti: il reddito imponibile viene calcolato sulla differenza tra ricavi e costi effettivi, e anche la gestione contabile è più articolata.

Nella descrizione della prestazione va sempre mantenuto un linguaggio professionale e coerente, evidenziando la natura relazionale e non sessuale dell’attività, così da rispettare pienamente la Legge Merlin e il codice ATECO scelto.
Questo aspetto è fondamentale per dimostrare che l’attività della Mistress rientra nei servizi di tipo relazionale e psicologico, non nell’ambito erotico o sessuale.

Prestazione occasionale e modalità di pagamento

Chi svolge l’attività in modo saltuario o senza Partita IVA può emettere una ricevuta per prestazione occasionale, valida fino a un massimo di 5.000 € lordi annui.

La ricevuta deve riportare la data, i dati del cliente, l’importo lordo e — se il committente ha Partita IVA — la ritenuta d’acconto del 20%. Anche in questo caso, i compensi devono essere dichiarati nel modello dei redditi, alla voce “redditi diversi”.

Quanto ai pagamenti, è sempre meglio privilegiare metodi tracciabili come bonifico bancario, PayPal o Satispay, che consentono di dimostrare facilmente i movimenti economici in caso di controlli fiscali.
Il pagamento in contanti resta ammesso, ma entro il limite di 5.000 € per transazione, come previsto dalla normativa vigente.

Esempio di Tassazione nel Regime Forfettario

Per capire concretamente quanto resta in tasca a una Mistress che lavora in regola, vediamo un esempio pratico. Supponiamo un incasso annuo di 80.000 €, pari a circa 6.666 € al mese. Con il coefficiente di redditività del 67%, solo quella percentuale dei guadagni viene considerata reddito effettivo su cui calcolare tasse e contributi.

Compensi percepiti nell’anno (ipotesi)80.000€ (6.666€ al mese)
Coefficiente di redditività67%
Reddito Imponibile Lordo53.600€
Imposta Sostitutiva (15%)8.040€
Contributi Previdenziali (26.23%)14.059€
Reddito Netto57.901€ (4.825€ al mese)

In sintesi, una Mistress che aderisce al regime forfettario e rientra nella Gestione Separata INPS trattiene circa il 73% dei propri guadagni, con una pressione fiscale complessiva del 27%.
Un risultato decisamente vantaggioso rispetto ai regimi ordinari, che oltre all’IVA prevedono anche imposte progressive IRPEF e adempimenti contabili più onerosi.

Conclusioni

Diventare una Mistress professionista oggi significa molto più che dominare una scena: vuol dire anche saper gestire la propria attività con consapevolezza, responsabilità e piena conformità alla legge.
Aprire la Partita IVA, scegliere il codice ATECO corretto e versare i contributi INPS non sono meri adempimenti fiscali, ma strumenti che consentono di essere riconosciute come professioniste autonome, tutelate e rispettate anche dal punto di vista giuridico.

Il regime forfettario rappresenta per la maggior parte delle Mistress la soluzione più vantaggiosa: semplice da gestire, con tassazione ridotta e pochi obblighi contabili.
Chi invece ha un’attività più strutturata o guadagni elevati può optare per il regime semplificato, che permette di dedurre i costi reali e gestire in modo più articolato la propria contabilità.

Conoscere e applicare correttamente le regole su tassazione, fatturazione e previdenza non significa rinunciare alla propria libertà creativa, ma darle una forma legittima e duratura.
Solo una Mistress che opera in modo trasparente può davvero definirsi indipendente, autorevole e professionale.

Se vuoi dare maggiore visibilità alla tua attività o iniziare a lavorare in modo serio e strutturato, puoi pubblicare il tuo annuncio su Mistress Advisor — il portale n.1 in Italia dedicato al mondo BDSM e Fetish.
Troverai spazi dedicati per Mistress a Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna e in tutte le principali città italiane, con un sistema di annunci verificati e recensioni reali che garantisce serietà e discrezione.

FAQ – Domande Frequenti sugli Aspetti Fiscali

  1. Posso lavorare come Mistress senza aprire la Partita IVA?

    Sì, ma solo se l’attività è davvero occasionale. Significa poche sessioni l’anno, non pubblicizzate in modo continuativo e senza una clientela fissa. In questi casi puoi rilasciare una ricevuta per prestazione occasionale, ma il reddito va comunque dichiarato.
    Se invece ricevi clienti con regolarità, aggiorni i tuoi profili e gestisci la tua attività in modo stabile, la Partita IVA diventa obbligatoria. Continuare a lavorare “in nero” espone a sanzioni fiscali e, oltre certi importi, anche a conseguenze penali.

  2. Se prendo tutti i soldi in contanti, perché dovrei pagare le tasse?

    Perché non è una questione di furbizia, ma di legalità. Tenere tutto in contanti non ti mette al sicuro: l’Agenzia delle Entrate può verificare facilmente i movimenti bancari, i pagamenti digitali, persino le spese personali incoerenti con i redditi dichiarati.
    Oltre certe soglie, l’evasione fiscale diventa reato penale, punibile con multe salate e persino reclusione.
    Ma c’è di più: i soldi non dichiarati non puoi usarli per nulla di serio. Non puoi comprarci una casa, un’auto, un investimento o un mutuo, perché non risultano da redditi tracciati.
    E, diciamolo chiaramente: se usi le strade, la sanità, la sicurezza e i servizi pubblici, non pagare le tasse è anche poco etico. Lavorare in regola non ti toglie libertà — ti dà legittimità.

  3. Le Mistress accettano solo contanti o anche pagamenti elettronici?

    Molte professioniste oggi preferiscono metodi tracciabili come bonifico, Satispay o PayPal, soprattutto per motivi di sicurezza e trasparenza. Il limite per i contanti è fissato a 5.000 € per transazione, ma usare pagamenti digitali è la scelta più prudente, anche in caso di verifiche fiscali.

  4. Cosa rischio se lavoro in nero come Mistress?

    Il rischio principale è l’accertamento fiscale: se il Fisco scopre redditi non dichiarati, può recuperare fino a cinque anni di imposte arretrate, con sanzioni che vanno dal 90% al 180% dell’imposta evasa.
    In più, se le somme superano determinate soglie, si entra nel campo penale.
    In parole semplici: non dichiarare i redditi non conviene. Meglio aprire una piccola Partita IVA, aderire al regime forfettario e dormire sonni tranquilli.

  5. Come faccio a regolarizzare la mia posizione se ho sempre lavorato in nero?

    È possibile farlo in modo graduale. Puoi aprire la Partita IVA in qualsiasi momento e iniziare a dichiarare i redditi futuri. In alcuni casi, è anche possibile sanare il passato tramite il “ravvedimento operoso”, versando le imposte dovute con sanzioni ridotte.
    Un commercialista esperto nel settore dei servizi personali o dello spettacolo può aiutarti a scegliere la strada più semplice e meno onerosa.