Quando voglio il mio piacere la porto al cinema: non un cinema “normale”, è ovvio, ma uno dei pochi cinema a luci rosse rimasto in città. Ricordi di un’era passata: in realtà, nessuno in sala è interessato al film sullo schermo, quanto a quelli sulle poltrone e nei bagni.
La mia frase chiave è “Mettiti la pelliccia, stasera.” Una pelliccia sintetica leopardata, un paio di stivali: e sotto, nulla, salvo una collana di perle. Sa che questo è l’abito giusto per quello che voglio fare.
Ovviamente non sempre va bene: ci sono serate, all’ultimo spettacolo, dove in sala ci sono solo travestiti, marchettari stranieri e vecchi bavosi. In quel caso basta un’occhiata e si lascia perdere. Ce ne torniamo a casa, in attesa di una serata migliore.
Questa sembra decisamente migliore: è vero, ci sono i soliti travestiti, impegnati a farsi i fatti loro in bagno. Ma anche qualche bel ragazzo, forse attirato dalla fama di queste serate. Sento che tutti la guardano, quando entriamo e le luci sono ancora accese: le spengono per la proiezione, ma non sono così basse da non vedere chi hai accanto.
Ci sistemiamo al centro di una fila, più o meno a metà sala: così possono venire dai lati, davanti e dietro. Infatti in pochi minuti quasi tutti gli uomini occupano le poltrone accanto a noi. I pochi rimasti hanno altri interessi.
Uno si siede proprio nella poltrona accanto a lei e fa finta di guardare lo schermo, mentre in realtà sta ammirando le gambe che spuntano da sotto la pelliccia. Gli sorrido e gli faccio un cenno: è giovane, ma dimostra di avere capito, perché si slaccia i pantaloni e se lo tira fuori.
Comincia a menarselo, con un’aria concentrata sulla pellicola: in pochi secondi è già duro. Poi allunga la mano verso di lei e ne prende una delle sue, per posarla sull’uccello. Lei è pronta e obbediente e comincia a masturbarlo, non levando gli occhi dallo schermo.
Altri si avvicinano: uno dietro di noi si alza in piedi e le avvicina l’uccello da dietro: lei non si scompone e comincia a menarlo con la mano libera. Gli altri uomini si sono avvicinati e si masturbano, aspettando il loro turno. E io sento il cazzo che diventa duro: ne ho contati cinque, tutti per lei.
Il più giovane, forse eccitato dalla situazione, viene subito: da vicino posso vedere la sborra che le riempie la mano. Si alza e ringrazia, per fare posto a qualcun’altro. Quello dietro ne approfitta e cerca di farselo prende in bocca: lei si sposta per essere più comoda e lo fa sparire tra le labbra.
I gemiti dell’uomo, che sarà sulla cinquantina, sono più forti degli urli che provengono dallo schermo: anche se è già vicino, lo vedo che spinge il bacino verso di lei, per cercare di scoparla in bocca. Lei non gliene da il tempo: è fin troppo brava nei pompini, tanto che in pochi secondi lui le copre la faccia con la sua sborra.
Mi sto divertendo, ma voglio di più: mi piace quando la sbattono, che si tratti della poltrona di un cinema o del cofano della macchina. Uno degli uomini si avvicina: non è giovane e mi da l’idea di essere molto sveglio. Lei si apre la pelliccia e la toglie, rimanendo completamente nuda, alla mercé degli sguardi e delle mani.
L’uomo si inginocchia davanti a lei: lo spazio tra le file è maggiore di quello dei classici cinema, proprio per favorire queste attività. Comincia a leccarla e dalla sua espressione, vedo che se la sta cavando molto bene. Gli altri aspettano, pazientemente.
Lei gode: adora gli uomini che usano bene la lingua e probabilmente le è venuta in bocca. L’uomo si alza, con l’uccello fuori dai pantaloni, e si gira verso di me. Gli faccio cenno di andare avanti e gli allungo un preservativo.
Ci mette pochi secondi ad aprirlo e indossarlo: il tempo che lei si alzi un po’ sulla poltrona e si giri, appoggiandosi allo schienale della poltroncina e alzando il culo. Se lo trova dentro in pochi secondi, lo vedo entrare e uscire dalla figa coperto di liquido.
Un altro ha deciso di approfittare della posizione per metterglielo in bocca: peccato non possa usare le mani, perché potrebbe soddisfare ancora qualcuno allo stesso tempo. Intanto me lo sono tirato fuori e ho cominciato ad accarezzarmi: piano, con calma, perché voglio godermi lo spettacolo fino alla fine.
L’uomo continua a pomparla, stando però attento a non farle perdere l’equilibrio: mentre un altro si è messo di fronte a lei, con il cazzo in mano, sperando che venga anche il suo momento. E lei non si risparmia, si alterna tra i due uccelli, succhiando e leccando avidamente.
“Venitele tutti sul viso, voglio vederla coperta di sborra!”
È un ordine chiaro, voglio che lo spettacolo sia perfetto. Il ritmo dei colpi aumenta e lei comincia a gemere, anche se ha la bocca sempre piena. L’uomo dentro sembra voler accellerare ancora, tanto da farla traballare. Poi lo vedo fermarsi e tirarlo fuori: fa velocemente il giro dei sedili per mettersi di fronte a lei, pronto a obbedire e godere.
Anche gli altri due uomini gemono: li vedo che cercano di incontrare i movimenti della bocca spostando il bacino, per spingere il cazzo ancora più a fondo nella gola. Mi alzo anche io, per unirmi a loro nel gran finale. Quando arrivo accanto a loro gli faccio segno che è ora di godere, tutti insieme.
Non devo aspettare molto: lei è pronta, con gli occhi chiusi offre la sua faccia a quattro uomini che se lo menano, sempre più velocemente. Il primo a venire è quello che l’ha scopata: una sborrata abbondante, che riesce ad arrivare fino a bagnarle le spalle. Gli altri lo seguono a ruota, meno sperma, ma sempre una goduta soddisfacente.
La chiamo e si gira verso di me: apre gli occhi e mi guarda, aprendo la bocca e tirando fuori la lingua. E io non sbaglio mira e la riempio con il mio seme, che lei fa scomparire avidamente nella mia bocca.
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