Visto che sulle gambe non posso contare, ho imparato a usare al meglio le mani. E cucire è una delle attività migliori per mantenerle in forma, renderle veloci e abili e divertirmi. Soprattutto quando quello che cucio non è la stoffa, ma la pelle umana.
Che poi non è proprio vero che cucio la pelle: non sarebbe assolutamente sicuro. Ma utilizzo gli aghi per creare delle figure elaborate e artistiche. Infatti i miei amici dicono che una vera artista con un ago in mano.
Ovviamente uso solo aghi sterili e molto sottili, i più sottili che si possono trovare in commercio: certo non dei ganci da macellaio. Anche se i ganci hanno un loro fascino, effettivamente.
Non mi dispiace eseguire le mie opere d’arte sugli uomini, ma poter lavorare sul corpo di una donna è decisamente più interessante. La pelle è più morbida, può essere plasmata più facilmente. Allo stesso tempo è necessario anche essere più delicati: per quanto non sia sempre vero, visto che sono stati molti di più gli uomini grandi e grossi che si sono messi a piangere, arrivando a implorare di fermarmi.
Ovviamente l’ho sempre fatto, ma con le donne raramente mi è accaduto: siamo molto più forti e sappiamo controllare il nostro corpo.
E anche oggi, a questo play party che probabilmente sarà l’ultimo prima della pausa invernale, spero davvero che ci sia qualche donna che voglia provare i miei aghi. Con cui poter entrare in una connessione unica e profonda.
È un party affollato, ma io ho il mio angolo con il tavolo e il lettino per gli aghi: un po’ asettico, indubbiamente, ma disinfettante e altri presidi medici mi servono assolutamente. E ho notato come siano anche in grado di rassicurare che si avvicina a questa esperienza per la prima volta.
Vedo una coppia: non mi sembra di conoscerli, probabilmente è la loro prima volta qui. Mezza Età, anno più o meno: sembrano molto interessati a quello che vedono sul mio tavolo.
“Se vi va posso farvi provare gli aghi: è molto meno doloroso di quanto possa sembrare, se fatto nel modo giusto.”
Lui sembra interessato, ma timoroso: timore che non vedi negli occhi di lei.
“Dove si possono fare?”
Immaginavo questa domanda: e da tempo ho preparato la risposta che mi sembra più adatta.
“Potenzialmente in ogni parte del corpo. Ma le sensazioni maggiori si provano se vengono inseriti nei capezzoli, sia per le donne che per gli uomini.”
Ometto sempre il fatto che il punto più sensibile sia quello del pube: all’inizio può sembrare davvero troppo.
La lei sembra pensarci, non più di un secondo, prima di sfilare il vestito nero che le fascia le curve abbondanti ma non troppo: il reggiseno fa la stessa fine e il suo compagno l’aiuta a salire sul lettino. Sembra sollevato che non sia toccato a lui provare per primo.
La prima operazione è quella di disinfettare la pelle: indosso anche dei guanti, per rendere tutto ancora più sicuro. La pelle intorno al seno e il capezzolo reagiscono al freddo del disinfettante: e forse non solo al freddo.
La ragazza è comoda, per quanto possa essere comodo un lettino medico, e io mi avvicino con la carrozzina in modo da arrivare proprio sul suo seno: l’altezza è quella giusta e anche il seno è perfetto. Non troppo grande, rimane fermo proprio come una tavolozza di pelle.
Inizio a lavorare meticolosamente: in realtà ho già in mente il risultato che voglio ottenere, ma voglio anche che per loro sia una sorpresa. Il primo ago è sempre il più traumatico: la ragazza tende i muscoli di tutto il corpo, forse inavvertitamente, mentre stringe la mano del suo compagno.
Le lascio il tempo di adattarsi: il dolore è la prima sensazione che si prova, solo in seguito subentra la stimolazione e il piacere. Decisamente, non è una pratica per impazienti.
Quando vedo che il respiro si è calmato procedo con il secondo ago: questa volta la reazione è meno forte, solo una piccola contrattura dell’addome e delle gambe. Si sta rilassando, questa è la strada giusta per apprezzare davvero gli aghi.
Sempre lasciandole il tempo di recuperare continuo con il mio disegno: gli aghi, a uno a uno, vanno a formare una sorta di corona intorno all’areola del seno sinistro. Non li ho messi troppo vicini l’uno all’altro: sicuramente la stimolazione sarebbe stata più intensa, ma per una prima volta è sempre meglio procedere con calma e pazienza. Anche perché è il modo migliore per favorire altre prove e sperimentazioni.
Dopo ogni ago osservo l’espressione della ragazza: ogni tensione è scomparsa dallo sguardo, proprio come dai muscoli del corpo. È rilassata e molto probabilmente si è abituata al dolore, tanto da non sentirlo nemmeno più.
In cambio vedo invece che la stimolazione degli aghi sta facendo un effetto ben diverso: mi sorride, con le pupille leggermente dilatate, mentre stringe nuovamente la mano del suo compagno, questa volta per attirarlo a sé.
Proseguo con la mia opera: quando sono immersa nella pelle di un’altra persona, letteralmente, mi sento leggera, come se le mie gambe, ormai deboli e quasi inutili, non siano più un peso.
Ho quasi terminano il mio disegno quando vedo la prima goccia di sangue: anche se faccio attenzione, è impossibile evitare che almeno uno o due aghi vadano un po’ più a fondo, tanto da far uscire un tocco leggero di rosso sulla pelle.
Quella goccia rossa, non più grande di una capocchia di spillo, mi provoca un brivido indescrivibile: mi sembra di essere entrata dentro un’altra persona, tanto da poter vedere la sua vera essenza.
Anche se non dovrebbe essere, il sangue diventa l’apice del mio piacere: il momento esatto in cui sento di avere il pieno controllo su chi ho di fronte. Ovviamente la ragazza non se ne accorge: ho imparato a dissimulare bene, con l’esperienza.
Il suo compagno l’aiuta ad alzarsi, in modo da poter osservare allo specchio la mia opera: sono entrambi sorridenti e soddisfatti, mentre mi appresto a cancellare il mio disegno dalla sua pelle. Ma non dalla mia mente.