Uno spogliarello speciale – Racconto Porno

Odio i compleanni, in particolare il mio. Non vedo cosa ci sia da festeggiare nel tempo che passa. Ma i miei amici avevano deciso che i cinquanta andavano celebrati in maniera assolutamente speciale: con una serata al night club.

Se fossi un uomo libero niente da dire: peccato che abbia moglie e figli. Che ovviamente devono rimanere rigorosamente all’oscuro di questa serata “di festa”. Altrimenti non mi farebbero più vivere tranquillo.

Non che io sia un uomo fedele: mi sono concesso sempre le mie scappatelle, già prima del matrimonio. Ma facendo attenzione a non farmi scoprire e sempre seguendo un principio: mai pagare per il sesso.

Mai stato con una prostituta, nemmeno da ragazzo: pagare mi faceva passare ogni fantasia legata al sesso. Ma, come si dice, mai dire mai.

La serata era iniziata con una cena, ad alto tasso alcolico, per poi trasferirci tutti quanti in un locale noto per i suoi “spettacoli”: eufemismo per indicare i più classici spogliarelli, da quelli che avvenivano sul palco al centro del locale a quelli che invece animavano le stanzette riservate.

In fondo, la ragazza sul palco non si muoveva così male: e anche i drink erano gradevoli, anche se tutt’altro che economici. I miei amici erano quasi tutti completamente ubriachi: per fortuna avevamo deciso di muoverci in taxi, altrimenti avremmo rischiato la patente.

Dopo un paio di spettacoli speravo che la serata volgesse al termine: almeno fino quando la donna che ci aveva accolto all’ingresso era arrivata al nostro tavolo e mi aveva preso per mano, con fare da cospiratrice.

Rumorosamente i miei amici mi avevano invitato a seguirla: lo avevo fatto con poca voglia, cercando di prevedere quale sarebbe stata la prossima sorpresa. La donna mi aveva condotto in uno dei privè, una stanza separata dalle altre da tendaggi pesanti, che ostacolavano la visione dall’esterno.

Avevo aspettato per qualche minuto, con il mio drink in mano: mi sarei goduto lo spettacolo di una ragazza, probabilmente dell’Est, che ballava seminuda per me, poi saremmo potuti tornare finalmente tutti a casa.

Come previsto la ragazza era entrata, già con pochi indumenti indosso: in realtà una sorta di vestaglia rossa trasparente, tenuta chiusa a fatica da una leggera cintura, sotto cui potevo intravedere la lingerie nera.

Per muoversi si muoveva anche molto bene, seguendo il tempo della musica che rimbombava dalle casse del locale. Probabilmente le piaceva ballare, visto l’impegno che ci metteva.

Forse l’effetto dell’alcool, combinato con le luci e la musica del locale, mi avevano spinto in una strana situazione di relax: non rischiavo di addormentarmi, ma sicuramente mi sentivo più leggero, più libero. In fondo, in quella specie di alcova scura, non c’era nessuno che mi potesse vedere. Potevo concedermi qualche trasgressione.

La ragazza si era tolta la vestaglia leggera e si era avvicinata di più a me: l’avrei potuta toccare facilmente, ma non mi azzardai, anche perché non sapevo cosa dovesse comprendere la sua prestazione.

Un indizio me lo diede lei stessa, arrivando a ballare a pochi centimetri dal mio viso. Vedevo il seno sodo, forse rifatto, che si muoveva a tempo, contenuto a fatica dal reggiseno che altro non era che un filo di stoffa che poteva giusto coprire i capezzoli.

Sapevo che quello era uno spettacolo a pagamento, ma il mio corpo cominciava a reagire: in fondo, anche io ero fatto di carne, e di una carne con un tasso alcolico troppo alto in quel momento.

Il reggiseno era volato via, slacciato con una mossa tanto rapida da essere impercettibile al mio sguardo: il seno continuava a stare dritto, sfidando la forza di gravità, e puntava direttamente verso il mio volto. Quasi quasi, avrei voluto provare a tuffarci la faccia.

La ragazza doveva avermi letto nel pensiero, perché mi ero ritrovato il naso schiacciato tra quei seni sodi: avrei dovuto controllare meglio, ma sembravano originali. Era stato un attimo, il tempo di assaporare la sensazione della sua pelle e il suo profumo, fin troppo dolce e intenso, poi si era staccata di nuovo.

E aveva iniziato ad ancheggiare in maniera ancora più sensuale, facendo scendere lentamente lo slip lungo le gambe: ci aveva messo un sacco di tempo, o almeno così mi era sembrato, come a torturarmi nell’attesa di vederla completamente nuda.

Avevo bevuto, avevo caldo ed ero decisamente eccitato: tutte le mie remore morali sembravano essere volate fuori dalla finestra. O, più probabilmente, sul fondo del bicchiere. Ma in quel momento non me ne fregava nulla, mi godevo lo spettacolo di quel corpo perfetto, di quel sedere che sembrava disegnato e si muoveva lentamente a pochi centimetri da me.

Avevo deciso di osare: se fossi andato oltre, lo spettacolo si sarebbe probabilmente fermato, ma non riuscivo a non cedere alla tentazione. Avevo allungato una mano fino a toccare un gluteo che sembrava davvero di marmo, accarezzando la pelle morbida e tastando la sua consistenza.

A quel punto credevo che la mia eccitazione fosse al massimo, ma non mi aspettavo la sua prossima mossa. La ragazza si era girata e si era avvicinata di nuovo, slacciandomi i pantaloni con una velocità che non avrei avuto nemmeno da sobrio.

La mia eccitazione era quasi dolorosa e averla liberata dalla stretta del tessuto le aveva dato nuova forza: se non fosse stato troppo imbarazzante, probabilmente avrei iniziato a toccarmi per avere un po’ di sollievo.

“I tuoi amici hanno pagato per il servizio completo, ti hanno fatto davvero un bel regalo.”

Si era messa di fronte a me, dandomi la schiena, e si era piegata agilmente verso il basso. Non prima di avermi buttato in grembo qualcosa: un preservativo, molto probabilmente.

Mi stava offrendo uno spettacolo completo del suo sesso, che era pronto e disponibile per me. Si era girata, probabilmente sorpresa del fatto che non mi fossi ancora mosso.

“Allora, vuoi aprire il tuo regalo? I tuoi amici potrebbero restarci male se non ne approfitti. E io so farti divertire.”

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